Marketing

Lifelong Learning: siamo pronti a non smettere mai di aggiornarci per lavorare?

“Ogni giorno ce n’è una!”

Possiamo riassumere con questo detto popolare la vita di ogni professionista impegnato nell’ambito del marketing e del digitale. La continua evoluzione delle piattaforme e dei tools ci costringe a mettere sempre al centro del nostro lavoro la formazione.

Sembra quasi che la parola chiave di questi ultimi anni sia velocità: gli utenti consumano contenuti in maniera rapida, ci si sposta online in modo repentino e non si fa in tempo a capire i meccanismi di una nuova funzione che ciò che si è appreso diviene obsoleto.

Lo abbiamo constatato bene nel periodo pandemico, durante il quale si è premuto l’acceleratore sulla digitalizzazione dei processi in molti ambiti, rivoluzionando sotto certi aspetti persino il concetto stesso di lavoro.

Tutto questo è affascinante e challenging per molti marketers, ma comporta sicuramente una certa dose di frustrazione. Si parla infatti di Lifelong Learning, intendendo un cambiamento stabile nel tempo, una continua evoluzione che interessa i lavoratori di oggi e che sottende la necessità di un continuo aggiornamento per far fronte a bisogni sempre nuovi e diversi di utenti, mercato e piattaforme.

Il solo studio durante gli anni scolastici e universitari risulta a tutti gli effetti insufficiente. È sempre più vero infatti che non basta più studiare e acquisire un titolo per essere riconosciuti come professionisti in determinati aree di lavoro come accadeva invece alle generazioni precedenti. E se nel passato un ruolo rimaneva pressoché stabile durante gli anni di carriera di un individuo, oggi si stima che ognuno di noi dovrà affrontare almeno due grandi “job revolution” da qui ai prossimi 25-30 anni.

Cosa si rende necessario?

Sicuramente in primis un nuovo paradigma formativo che preceda luoghi, virtuali e non, all’interno dei quali condividere conoscenze ed esperienze.

In secondo luogo, è nelle mani dei manager e i responsabili delle aziende che grava la responsabilità di stimolare e rendere appetibile la formazione al proprio personale, che deve quindi essere motivato al meglio.

Da qui la crescente importanza di temi come l’employer branding e del team Building, che diventano vere e proprie leve strategiche in opposizione a fenomeni di staticità del personale che, se svogliato, non avrà certo interesse nell’aggiornamento continuo necessario però per svolgere il proprio lavoro al passo con i tempi. Strumenti come canali social, app, webinar, live e altri diventano fondamentali quindi non solo per comunicare con i clienti ma anche come canali di interesse interno.

Ancora più centrale in questo mondo del lavoro che cambia, è la stimolazione delle cosiddette “soft skills” quelle capacità trasversali come la gestione del tempo e del lavoro di squadra, sempre più imprescindibili rispetto alle skills “hard”, quelle tecniche, che sono appunto da un lato in continua evoluzione e dall’altro sempre più automatizzate e semplificate.

E proprio perché nessuno di noi sarà mai in grado di essere “sul pezzo” in ogni ambito, il concetto forse più importante di tutti sarà quello del network: circondarsi di professionisti che sanno lavorare in team e sanno condividere in maniera smart le giuste competenze al momento adatto, che riescono a costruire una rete di scambio di informazioni rapida ed efficiente per raggiungere gli obiettivi proposti e riuscire a mutare rapidamente.

Pensiamo all’esempio di un’azienda che vuole sfruttare al meglio i canali social: è sicuramente importante che ci siano delle risorse interne dedicate interamente a questa attività, sempre più fondamentale; ma diventa ugualmente importante avere uno o più sistemi di supporto esterni in grado di cogliere tutte le opportunità date dai continui aggiornamenti delle piattaforme, pena il rischio di risultare obsoleti o di fossilizzarsi su strategie che possono non funzionare più già dopo qualche mese.

Insomma, per chiudere ancora con la saggezza popolare, che al contrario del lavoro dei marketers resta sempre stabile: “da soli possiamo forse essere più veloci, ma se vogliamo andare lontano occorre il gioco di squadra!”.

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