Sarebbe ideale pensare che, una volta finalizzato un elemento di brand identity così importante come il logo aziendale e aver speso tanto tempo ed energie nella sua progettazione questo lavoro possa dirsi concluso; ma la verità è che spesso è necessario rivederlo in ottica di aggiornamento rispetto alla crescita della marca, ai cambiamenti del mercato e delle piattaforme che lo ospitano.
Negli anni abbiamo assistito alla modifica di diversi luoghi “storici” e questo può essere dovuto a diverse cause: un cambiamento di nome, la volontà di riposizionare il brand, il volersi distinguere dalla concorrenza o altro.
Qualunque sia la motivazione, è necessario procedere con cautela e prendere in considerazione lo studio di diversi aspetti:
- I loghi di successo cambiano insieme agli obiettivi di business. Non basta seguire un certo gusto estetico “in voga” al momento, ma c’è bisogno di ripensare alla grafica e ai colori in maniera strategica. È importante chiedersi il perché abbiamo preso questa decisione: il nostro logo ha un look & feel poco moderno? È confuso o poco riconoscibile? Parla al giusto target di consumatori che vogliamo raggiungere? In base alla risposta che daremo a queste domande, si potrà evidenziare quali aspetti del logo funzionano e quali invece vanno modificati di conseguenza.
Recentemente abbiamo avuto l’esempio di tantissimi brand che hanno scelto di ripulire i loro loghi e renderli “senza fronzoli” anche in concomitanza con la crescente presenza online: il piccolo schermo e i social media infatti, rendono molto più evidenti e leggibili i loghi dai caratteri semplici e lineari.
Diciamo subito che questo ha però anche un effetto contrario di appiattimento generale e non è quindi la scelta giusta per ogni brand. D’altra parte esistono, al contrario, loghi molto intricati che funzionano perfettamente anche nel 2022. Sicuramente, anche i loghi più complessi devono essere pensati in ottica “responsive” e avranno una declinazione specifica, ad esempio per l’icona dei social media.
In ogni caso, riteniamo che cambiare il logo non deve essere un’azione fatta singolarmente poiché, per farlo rimanendo fedeli alla propria identità e al proprio business, questa operazione dovrebbe inserirsi in un cambio di direzione. Un rebranding aziendale che lavora avendo chiari quali valori si vuole rappresentare. Ricordiamo che rinnovarsi è anche dare un messaggio chiaro a consumatori e clienti: stiamo investendo nel futuro e questi sono i nostri valori e la nostra identità.
Un esempio recente a nostro parere di successo è sicuramente quello del nuovo logo di Mulino Bianco, il celebre marchio del gruppo Barilla ha infatti recentemente presentato la sua nuova identità, si nota che:
- il logo Barilla non appare più, identificando mulino bianco come un mondo autonomo e a sé stante
- al centro, seppur modificato e semplificato, ritroviamo il mulino , simbolo di tradizione e artigianalità
- il font si snellisce e semplifica, anche per meglio adattare la leggibilità mobile
- anche l’iconografia di fiori e spighe si semplifica e modernizza
- la cosa a nostro parere più importante è l’ingresso nel logo di una piccola ape: simbolo indiscusso di sostenibilità, che rappresenta un messaggio chiaro per i consumatori sempre più attenti a questo aspetto, soprattutto nel contesto food. Il tema esplode anche nel resto del pack in cui si esprime con copy e grafica dedicata la collaborazione del marchio con WWF
Secondo noi, un esempio vincente di brand che ha mantenuto perfettamente la sua identità (nessuno avrà problemi ad identificare i prodotti, online o sugli scaffali!) inserendo e modificando con attenzione alcuni elementi utili a trasmettere meglio alcuni valori e a modernizzare in generale il look and feel.
Siamo curiosi di sapere cosa ne pensate di questa ed altre trasformazioni di loghi. Chi è stato in grado di aggiornarsi in maniera efficace? Chi invece avrebbe fatto meglio a tornare sui suoi passi?
Vi aspettiamo nei commenti!